Articoli,
interventi e saggi di Felice Mill Colorni pubblicati su:
Sito
Internet di Critica liberale
“Il
laicismo è attuale” (raccolta di testi comparsi su
Critica
liberale fra il 2001 e il 2005)
Sito
Internet di Critica liberale, 29/12/2012
Critica
liberale dall’età di Berlusconi a quella di Monti.
Consensi
e dissensi all’interno di una lunga vicenda
politico-culturale.
Bilancio critico e responsabilità odierne.
Sito
Internet di Critica liberale, 19/07/2012
Quattro
priorità liberali inderogabili
Chiudere
la stagione degli anni di fango, un’Europa federale per non
scomparire,
modernizzare e liberalizzare, laicità senza aggettivi.
25/02/2013
Elezioni
politiche 2013 - La maggioranza degli italiani vota per il
suicidio collettivo
Gli
italiani hanno votato per il suicidio dell’Italia e
dell’Europa.
È
anche la conseguenza di diciannove anni di astuto appeasement nei
confronti della ciarlataneria populista.
22/02/2013
Chiudere
la stagione degli anni di fango, un’Europa federale per non
scomparire,
modernizzare e liberalizzare, laicità senza aggettivi.
Critica
liberale, n.
67, Gennaio
2001
(numero
monografico della rivista)
Ridefinizione
della nozione di
laicità e laicismo, posizione delle diverse confessioni
cristiane, nozione di
laicità in Italia e in Francia, laicità e
multiculturalismo.
MicroMega,
numero
speciale 29 febbraio 2008, “Il
Papa oscurantista. Contro le donne, contro la scienza”
Conseguenze
aberranti ma inevitabili della tesi che ritiene l’embrione
persona umana.
Critica
liberale, n.
160-161, Febbraio - Marzo 2009
Editoriale
sul progetto di legge governativo in materia di fine vita: un tentativo
di stupro di Stato di massa.
Critica
liberale, n.
191, Settembre 2011 (Almanacco 2011)
La
democrazia liberale è in profonda crisi in tutti i paesi
occidentali: il caso italiano non è che la manifestazione
estrema e grottesca di un fenomeno più generale. La simbiosi
fra liberalismo e democrazia è minacciata dal venir meno
delle capacità inclusive del modello, processo iniziato
circa trent’anni fa, ma rallentato e occultato prima dalla
rivoluzione
tecnologica e dal credito facile, e accelerato ed esploso poi con la
crisi globale, anche per effetto delle scelte sconsiderate della
Presidenza
Bush Jr. I potenti strumenti di comunicazione che le tecnologie mettono
oggi nelle mani dei cittadini sono svuotati dal venir meno di ogni
cultura politica diffusa anche nelle classi dirigenti. Così
le qualità richieste per vincere le elezioni non hanno
più molto a che vedere con quelle necessarie per governare
una democrazia. La personalizazzione estrema della contesa politica
provoca una selezione alla rovescia del ceto politico. Il
“ricambio
generazionale” non coinciderà con un miglioramento
della
situazione. L’indignazione più che
giustificata per
ruberie, abusi e inettitudine di gran parte della classe politica si
sta convertendo in un’ondata antiparlamentare
analoga a quella degli anni Dieci del Novecento. Si affaccia intanto
dall’Asia un nuovo modello alternativo, che promette
prosperità senza libertà.
Critica
liberale, n. 196,
Febbraio 2012
Il
Novecento non ritornerà. Le buone ragioni di Monti
La
continuità negli ordinamenti costituzionali e la mancanza di
cesure
riconoscibili e puntuali nei principi fondamentali della
convivenza e
nei valori
etico-politici, sperimentate nei decenni seguiti alla fine della
seconda guerra
mondiale, illudono gli europei occidentali circa la portata dei
mutamenti,
tecnologici e demografici, nel frattempo intervenuti. Questi mutamenti
impongono invece di ripensare la politica novecentesca, le cui
categorie fondamentali, forse perfino il principale cleavage
destra /
sinistra, vanno ripensati dalle fondamenta.
L’eredità
della
sinistra novecentesca, e la stessa configurazione del welfare europeo,
vanno anch’esse adeguate, pena l’estinzione e il
collasso,
ai mutamenti intervenuti.
In questo, oltre che nel ripristino della decenza istituzionale, il
governo Monti è meritevole di più di qualche
apprezzamento da parte
dei liberali progressisti.
Confronti,
aprile
2013
La
coazione a ripetere di politici ed elettori
Beati
i paesi che apprezzano i politici noiosi. In Italia evidentemente
piacciono solo i più ciarlatani. I risultati disastrosi
delle elezioni politiche dimostrano che la “cultura
politica”
egemone nell’Italia del 2013 è il
chiacchiericcio
seminato dal berlusconismo, di cui il grillismo, che pur se ne vuole
oppositore, è un ultimo frutto. Tutti, Pd compreso, a
ripetere e a far proprie ricette tipiche del berlusconismo, quando la
vera riforma costituzionale di cui avremmo disperato bisogno
è quella europea.
Critica
liberale, n.
200-201, Giugno - Luglio 2012
Un
bilancio della nefasta era berlusconiana e delle sue conseguenze
strutturali e durature, nel quadro di un bilancio
delle attività di Critica liberale in occasione
dell’uscita
del duecentesimo numero della serie attuale della rivista.
Perché la cultura liberale ha intuito prima e meglio degli
altri la catastrofe in cui è precipitata l’Italia.
Sito
Internet di Critica liberale, 12/11/2011
Le
dimissioni di Berlusconi sono forse il punto di arrivo degli
“anni di
fango” segnati dal suo dominio sulla vita politica italiana,
ma non sono
la fine del berlusconismo, i cui danni continueranno a essere ancora
pagati per decenni dagli italiani.
Gli
Stati Uniti d’Europa, n.
29, Maggio 2012 (supplemento al
n. 199 di Critica liberale)
I
governi europei stanno impiccando l’Europa al feticcio di
sovranità statali svuotate di ogni potere e significato. A
due anni dal centenario del tentato suicidio europeo nella Grande
Guerra, governanti imbranati, pifferai populisti, ed elettori
rimbambiti da una politica ridotta a mediocre marketing, stanno
portando nuovamente l’Europa alla catastrofe. Ma questa volta
non ci
sono aspiranti martiri: se ci sarà, il suicidio
sarà involontario, frutto di inettitudine e
dell’impossibilità di gestire l’Unione
attraverso continui
accordi intergovernativi che svuotano la democrazia e che non servono a
salvarci dal disastro.
Gli
Stati Uniti d’Europa, n.
28, Aprile 2012 (supplemento al
n. 198 di Critica liberale)
Qualunque
proposta tesa a una maggiore integrazione dell’Europa in
senso federale
ci troverà sempre favorevoli. Ciò detto, puntare
su una forma di governo europea di tipo presidenziale non
appare opportuno né privo di rischi.
Critica
liberale, n. 195,
Gennaio 2012
La
Serrata del Maggior Consiglio
Editoriale
sui progetti di riforma costituzionale ed elettorale
“bipartisan”
comuni a Pdl e Pd. Si tratterà di un diserbante
che avrà la sola funzione di liberare i due partiti maggiori
(probabilmente assieme a Lega Nord e Terzo Polo) da ogni rischio
derivante dalla possibile nascita di forze politiche nuove e
concorrenti. Gli oligarchi della politica italiana tentano di farsi
forti del disgusto per la vita civile da essi stessi suscitato per
sbarazzarsi di gran parte dei vincoli costituzionali e parlamentari al
proprio potere.
Sito
Internet di Critica liberale, 01/08/2012
Legge
elettorale: un dibattito assolutamente sconcio
Il
modo in cui viene discussa la riforma della legge elettorale
è sconcio
e inverosimile. Piuttosto che una legge-porcata bis e definitiva,
ritagliata esclusivamente sulla base degli interessi di bottega di Pdl
e Pd, sarebbe addirittura meno ripugnante tornare a votare con la legge
vigente.
Critica
liberale, n. 193-194,
Novembre - Dicembre 2011
In
Tv straripare, monopolizzare, colonizzare. I dossier su confessioni
religiose e tv
Presentazione
del primo
dossier completo sulla “Presenza delle confessioni religiose
nei media
televisivi” e del secondo dossier sui “Tempi di
notizia e di parola del Papa
Benedetto XVI e dei soggetti confessionali nei telegiornali”,
realizzati dalla
fondazione Critica liberale e finanziati dalla Chiesa
Evangelica Valdese - Unione
delle Chiese Valdesi e Metodiste, elaborati da Valeria Ferro di Isimm
ricerche. In contemporanea con la presentazione del settimo rapporto
annuale sulla
secolarizzazione in Italia, a cura della fondazione Critica liberale e
del
Settore “Nuovi Diritti” della Cgil nazionale. La
presenza televisiva totalitaria della Chiesa cattolica, la soppressione
totale della presenza protestante nella sociatà italiana, la
finzione di una compatta identità cattolica della
società italiana del XXI secolo, l’informazione
religiosa
ridotta a propaganda confessionale, l’abrogazione della
critica delle
religioni, il pregiudizio antiprotestante e antiebraico, largamente
condivisi dalle culture cattoliche, marxiste e fasciste.
Confronti,
Giugno
2003
Quando si dice un vero liberale
Editoriale:
la
concentrazione di potere politico, economico e mediatico nelle stesse
mani è la
negazione del liberalismo; il principio
dell’“unità del potere
statale” era
invece proprio dei regimi comunisti.
Critica
liberale, n.
188, Giugno 2011
Non
può esistere società liberale senza economia di
mercato,
perché non possono esistere società
libere non poliarchiche. Liberalismo e liberismo
però
non sono sinonimi, perché regimi fortemente autoritari hanno
talvolta adottato politiche economiche fortemente liberiste e
perché il livello di tutela delle libertà
liberali non
è mai stato meccanicamente e inversamente proporzionale al
livello di regolamentazione del mercato o della pressione fiscale.
Critica
liberale, n.
177-178, Luglio - Agosto 2010
L’Italia
del dopoguerra si diede un ordinamento costituzionale sostanzialmente
liberale e democratico soprattutto perché le principali
forze politiche antifasciste erano consapevoli della
necessità di fornirsi garanzie reciproche contro
nuove avventure autoritarie, e lo erano perché sapevano
anche che le loro
principali
culture
politiche erano all’epoca tutt’altro che liberali.
Oggi la
situazione
non è molto migliorata, ma è venuta meno la
consapevolezza dei rischi. L’introduzione di leggi elettorali
non
proporzionali nell’ultimo ventennio ha attenuato le garanzie
delle
libertà costituzionali. Per garantire libertà e
diritti è necessario o tornare alla proporzionale o elevare
tutti i quorum di garanzia previsti dalla Costituzione. Ma intanto, per
cancellare la “porcata” senza con ciò
confermare il
precedente della modifica a colpi di maggioranza delle regole del gioco
imposta dalla maggioranza berlusconiana, l’unica via
è
tornare alla mediocre legge elettorale previgente, l’ultima
in ordine
di tempo approvata con un largo consenso.
L’uninominale secca
cementificherebbe al potere i due attuali partiti principali,
conferirebbe alla Lega Nord il potere di determinare la maggioranza e
rafforzerebbe le degenerazioni personalistiche della politica italiana.
Critica
liberale, n. 192,
Ottobre 2011
Editoriale
sul discredito della politica e sull’emergere di un
diffuso antiparlamentarismo. Se i comportamenti di molti degli attuali
uomini politici si meritano il dilagante ribrezzo degli elettori,
questa non è
una buona ragione per considerare tali comportamenti come un fatto
della natura, e assumere per conseguenza indiscriminati provvedimenti
punitivi che,
anziché contribuire a superare l’attuale
malcostume,
finirebbero per consolidarlo. Non è riducendo la
rappresentanza democratica a vantaggio dei capibastone, o dando per
scontato che l’attività politica è
intrinsecamente un’attività
dequalificata quando non
semidelinquenziale che si migliorerà la
qualità della classe politica italiana: al contrario, in
questo modo si
recluteranno i politici di domani solo fra i più
disinteressati alla
propria reputazione.
Critica
liberale, n. 202, Settembre 2012 (Almanacco
2012)
Le conseguenze (inintenzionali?) della
“rottamazione” e del federalismo interno
Come
le due principali idee-forza del populismo italiano degli anni di fango
hanno prodotto e produrranno sempre nuovi mostri.
Sito
Internet di MicroMega, 7/05/2009
Dalla democrazia liberale alla dittatura
plebiscitaria
Intervista
a sostegno di una campagna astensionistica nei referendum elettorali
previsti per il 21 giugno.
Critica
liberale, n.
185, Marzo 2011
Editoriale
sullo stato catastrofico dell’etica pubblica e sulla perdita
della memoria storica
che caratterizzano le celebrazioni per il centocinquantenario
dell’Unità. Una classe politica di orgogliosi
semianalfabeti vaneggia quando depreca che il Risorgimento abbia
comportato uno scontro con la Chiesa romana dell’epoca. Anche
i suoi
esponenti più acculturati, incuranti della propria
reputazione intellettuale, non esitano a propalare castronerie
se ritengono di poterne ricavare utilità politiche.
Nelle attuali condizioni, il federalismo interno servirà
soltanto a nuovi clientelismi, ruberie e discriminazioni,
più facili da occultare nelle regioni che a livello
centrale.
Sito
Internet di Critica liberale, 06/07/2006
Una
sola riforma costituzionale
necessaria
Commento
al risultato del referendum
costituzionale del 2006.
Critica
liberale, n. 143, Settembre
2007
Editoriale
critico della mancata messa in sicurezza della Costituzione da parte
della
maggioranza parlamentare di centrosinistra.
Critica
liberale, n.
86, Dicembre
2002
La
Costituzione delle mille famiglie
Storia
e interpretazione
dell’articolo 29 primo comma della Costituzione.
Critica
liberale, n.
120, Ottobre
2005
Editoriale
sulle “discriminazioni
soavi” propugnate dal Vaticano contro gli ebrei almeno fino
agli anni Quaranta
e oggi contro gli omosessuali.
Critica
liberale, n.
160-161, Febbraio - Marzo 2009
Devastazione
e abuso della memoria storica e civile dell’Italia ad opera
del berlusconismo e
disastroso tentativo degli ex comunisti di trarre vantaggio dalla
assoluzione postuma del fascismo storico.
Gli
Stati Uniti d’Europa, n.
24, Giugno 2011 (Supplemento al n. 188 di Critica liberale)
Crisi
greca, crisi dell’Euro(pa)?
La
crisi greca è l’ennesima dimostrazione che la
disunione
politica e l’assenza di decisori federali legittimati
democraticamente e
in modo diretto nelle questioni di rilevanza europea creano i
presupposti per la rovina comune.
Critica
liberale, n. 186, Aprile 2011
I
nostri conti con il pacifismo
Editoriale
sull’atteggiamento del liberalismo progressista in materia di
pace e
guerra, nel passaggio dall’equilibrio del terrore alla
società globale: ora che il rischio non è
più la distruzione del mondo o la fine della
civiltà liberale, e ora che la coscrizione militare forzata
è stata finalmente abolita quasi ovunque, la difesa dei
diritti umani non deve più obbligatoriamente escludere anche
in ultima istanza, come un tempo, qualunque possibile ricorso
all’uso
delle forze armate, anche se le follie dei neocons hanno rafforzato per
contrasto idee acquisite che erano ben fondate al tempo della Guerra
fredda.
Gli
Stati Uniti d’Europa, n.
27, Gennaio 2012 (Supplemento al n. 195 di Critica liberale)
Le
“lezioni” di Einaudi e le sfide
dell’Europa
La
lettera del Presidente della Repubblica a Reset sul contributo di Luigi
Einaudi alla ricostruzione democratica del dopoguerra e ai primi
passi del processo di integrazione europea è
importante e indica al centrosinistra che cosa può e deve
essere preservato del modello sociale europeo. Ma non
c’è da
stupirsi che, all’epoca, le sue “lezioni di
politica sociale” non
avessero trovato alcuna eco in una sinistra ispirata a
tutt’altri
ideali e modelli.
Critica
liberale, n.
175-176, Maggio - Giugno 2010
La
questione degli ogm e quella del nucleare nel quadro dei rapporti fra
decisioni politiche,
conoscenze scientifiche diffuse, populismo politico, corruzione,
propensione al rischio e scelte di politica scolastica.
Critica
liberale, n.
81, Maggio
2002
Editoriale
contro la schedatura
generalizzata delle impronte digitali, avallata anche dal
centrosinistra.
Sito
Internet di Critica liberale, 10/06/2011
Referendum
sull’acqua: due SÌ anche qui, ma con ragioni
diverse da
quelle
prevalenti
Sulle
ragioni dell’orientamento di Critica liberale a favore del
SÌ anche nei
due referendum sull’acqua del 12 e 13 giugno 2011.
Critica
liberale, n.
110, Dicembre
2004
Antiproibizionismo
e rispetto
dell’altro
Il
divieto di fumare tabacco nei locali
pubblici è coerente con una politica liberale e
antiproibizionista in materia di uso di sostanze psicotrope e nocive.
Sito
Internet di Critica liberale, 20/01/2011
Sulla
cautela delle esternazioni vaticane sugli scandali sessuali di
Berlusconi
Lettera
Internazionale, n.
69, 2001
Aporie
nella condanna cattolica dell’omosessualità.
Lettera
Internazionale, n.
67, 2001
Il conflitto
etnico visto da Trieste
Riflessione
sulla storia politica di Trieste nel Novecento.
Lettera
Internazionale, n.
77, 2003
La nuova Europa
vista da Trieste
Riflessi
politico-culturali a Trieste della guerra nella ex Jugoslavia e degli
allargamenti a Est dell’Unione Europea.
Lettera
pubblicata nella primavera del 2005 dal quotidiano
Europa.
Sulla
decadenza morale dei professionisti della malavita.
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