Velo:
libertà, autodeterminazione, significato.
di
Felice Mill Colorni
[Replica
alla pubblicazione sulla
pagina di un’amica della foto di una giovane eritrea quasi
integralmente velata
e all’osservazione della stessa amica secondo cui «se
è la donna che sceglie, è molto più
dignitoso di molti vestiti firmati Dolce e
Gabbana»]
Purtroppo
il vero problema sta proprio nell’ultimo
“se”
(tra l’altro anche perché quel che si vede della
fanciulla la fa sembrare
giovinetta assai per accreditarle una scelta personale e volontaria,
soprattutto in quel contesto istituzionale, geografico e socioculturale).
Ma, anche al di là del diritto individuale di farne uso
quando si tratti di
scelta effettivamente volontaria – diritto che in questi
termini io non metto
in discussione (purché alla persona in questione sia
possibile imputare la
responsabilità civile e penale delle proprie azioni), resta
il fatto che, non
solo in ambito islamico, il velo è sempre stato un simbolo
del possesso di un
corpo altrui da parte di chi esercita un potere illimitato sulle vite
dei
membri di un gruppo familiare. Mi sembra che altra cosa sia difendere
un
diritto – quando si tratti di libera scelta: un po’
come difendere il diritto
di sostenere ideologie autoritarie e di esibirne gli emblemi
– altra
nascondersi il suo significato ferocemente autoritario e gerarchico.
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