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Velo: libertà, autodeterminazione, significato.

di Felice Mill Colorni

[Replica alla pubblicazione sulla pagina di un’amica della foto di una giovane eritrea quasi integralmente velata e all’osservazione della stessa amica secondo cui «se è la donna che sceglie, è molto più dignitoso di molti vestiti firmati Dolce e Gabbana»]

Purtroppo il vero problema sta proprio nell’ultimo “se” (tra l’altro anche perché quel che si vede della fanciulla la fa sembrare giovinetta assai per accreditarle una scelta personale e volontaria, soprattutto in quel contesto istituzionale, geografico e socioculturale). Ma, anche al di là del diritto individuale di farne uso quando si tratti di scelta effettivamente volontaria – diritto che in questi termini io non metto in discussione (purché alla persona in questione sia possibile imputare la responsabilità civile e penale delle proprie azioni), resta il fatto che, non solo in ambito islamico, il velo è sempre stato un simbolo del possesso di un corpo altrui da parte di chi esercita un potere illimitato sulle vite dei membri di un gruppo familiare. Mi sembra che altra cosa sia difendere un diritto – quando si tratti di libera scelta: un po’ come difendere il diritto di sostenere ideologie autoritarie e di esibirne gli emblemi – altra nascondersi il suo significato ferocemente autoritario e gerarchico.

 
12 dicembre 2012

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